WORKSHOP II

TECNICHE DI SETTAGGIO, REGOLAZIONE E OTTIMIZZAZIONE DELLE ANCE

   In questa sezione vedremo di fornire i dettagli più tecnici inerenti il settaggio delle ance, approfondendo la descrizione degli interventi preposti alla loro modifica, descrivendo la loro applicazione e gli effetti da essi derivanti.
   Personalmente tendo a distinguere gli interventi di customizzazione apportabili a un armonica in due categorie distinte: corpo dello strumento (comb e cover) e, appunto, ance; paragonando la nostra diatonica a un’automobile, considero i primi molto affini ai lavori di carrozzeria e i secondi alla stregua di elaborazioni meccaniche al motore. Modificare una carrozzeria significa puntare a migliorarne l’estetica e l’aerodinamica, mentre “truccare” il motore ci garantirà un sensibile incremento della velocità e della ripresa.
   Un bel comb sicuramente impreziosisce l’armonica - anche l’occhio vuole la sua parte - e può rendere più agevole l’imboccatura e l’impugnatura, mentre il materiale di cui esso è composto ci restituirà un suono leggermente differente a seconda della sua pesantezza, densità e elasticità. Un comb non è una cassa armonica - a questo ci pensano le cover - ma un semplice supporto per le ance che, vibrando a contatto di un corpo rigido, sviluppano armonici differenti (o meglio, differentemente dosati) compatibili con la sua composizione.
   Legno, plastica, metallo… Un comb può essere realizzato in qualsiasi materiale e ogni materiale avrà le sue caratteristiche ma, non essendo questo il contesto in cui approfondire astrusi concetti di fisica acustica, ci basti tenere presente che il comb non produce alcun suono! Lo supporta solamente e lo modifica in misura e qualità che ognuno avrà modo di apprezzare in base ai propri gusti.
   Infine il ripiegamento più o meno marcato, parziale o totale, del bordo inferiore delle cover consente evidentemente di ottenere una maggiore o minore apertura di quella che a tutti gli effetti è la cassa armonica dello strumento e questa operazione può creare una maggiore libertà di movimento del flusso dell’aria ma non certo una modifica del suono paragonabile a quella derivante dalla presenza delle aperture laterali in stile Marine Band. Intervento pure questo del tutto soggettivo e apprezzabile soprattutto dall'esecutore.
   Ricordiamo che la Marine Band nasce con il bordo delle cover completamente ripiegato e solo nel dopoguerra avviene una graduale apertura verso l’esterno fino a arrivare alla forma attuale, preferita alla precedente per la maggior robustezza che essa conferisce al metallo e la maggior protezione dall’ingresso di corpi estranei all’interno dello strumento. A voi la scelta tra le cover custom e quelle… a prova di tasca!

   E passiamo dunque alla “meccanica” e alla cura di quelle piccole ance che ci regalano il grande suono che tutti amiamo. Sono piccole, sono delicate e vanno maneggiate con cura, ma soprattutto sono molto permalose e basta davvero poco per farle cantare o zittirle per sempre; quindi fate sempre molta attenzione nell’intervenire su di esse e soprattutto (consiglio che potrebbe apparire scontato ma che preferisco dare ugualmente) fate pratica sulle vostre armoniche passate a miglior vita. Scordate, rotte o arrugginite, le vecchie armoniche tornano sempre utili e sono un’ottima “palestra”.
   Al pari del suonare, come già detto, anche l’intervenire sulle ance di un’armonica richiede pratica, esercizio e una tecnica che va via via affinata, alternando soddisfazioni e delusioni, successi e fallimenti, ma se imparare a padroneggiare uno strumento è fonte di immensa soddisfazione, anche la consapevolezza di poterlo modificare e migliorare con le proprie mani non è da meno! 



- REGAPPING


   Fondamentale per il corretto funzionamento di ogni singola ancia risulterà la regolazione della sua distanza (gap) dal relativo reedplate: solo un gap preciso e uniforme ci consentirà infatti di ottimizzare la pressione dell’aria all’interno dello strumento e di ottenere quindi un buon suono, pulito e esente da fastidiosi sfiati, ma soprattutto questo accorgimento ci permetterà di regolare le prestazioni della nostra armonica sul nostro modo di suonare. Sarà dunque del tutto personale la regolazione del gap e potrà venire effettuata tramite qualche piccolo attrezzo appuntito, tipo uno stuzzicadenti (preferibile il legno onde evitare di strisciare le ance), e uno spessorino metallico (anche una lametta da barba andrà bene); questa operazione ci consentirà di uniformare sulle venti ance questo spazio infinitesimale ma di così grande importanza per la resa ottimale dello strumento.
   Partendo dal gap impostato in fabbrica iniziate correggendo con lo stuzzicadenti quelle che spesso possono apparire come discrepanze, a volte anche abbastanza vistose, tra le altezze, alzando o abbassando le ance tramite una leggera pressione; più vicino al rivetto sarà il punto in cui verrà esercitata la pressione, più determinante sarà l’intervento. Procedete per gradi e ovviate a eventuali errori applicando il medesimo procedimento sul lato opposto. Successivamente, con l'ausilio dello spessorino infilato fino alla base dell'ancia, verificate l'uniformità dell'assetto e apportate le ultime eventuali modifiche (vedi foto).
   Ricordate che la modifica del gap, soprattutto se molto marcata, inizialmente potrà non essere duratura e quindi, dopo i primi utilizzi, necessiterà di opportune correzioni; piccoli aggiustamenti che comunque, in particolar modo nelle ance più soggette a bending, periodicamente potranno essere ripetuti.
   Il tempo e la pratica vi consentiranno di individuare il gap più affine al vostro modo di suonare (suonatori più irruenti spesso necessitano di un gap maggiore), diversificandolo anche a seconda delle singola ance.


- ARCHING


   Anche la curvatura dell’ancia può venire modificata rispetto alla sua forma originale al fine di incrementarne alcune prestazioni e questa tecnica ne prevede una flessione più marcata, un inarcamento - come suggerisce il nome - verso il basso, nella parte centrale.
   Questo accorgimento, se eseguito in maniera corretta, porterà dunque il profilo dell’ancia, nel suo punto di maggior curvatura, a un livello pari o inferiore a quello del bordo dello slot (la fessura in cui l’ancia vibra) e viene solitamente adottato negli strumenti caratterizzati da un settaggio più rifinito e dedicato anche all’esecuzione dell’overbending. (Foto 2)
   


   Va comunque ricordato che spesso l’arching, se da un lato agevola alcune prestazioni, rischia nel contempo di causare un suono meno brillante rispetto a quello prodotto da un’ancia perfettamente lineare e libera di vibrare uniformemente in tutta la sua lunghezza (Foto 1); quindi, come tutti gli interventi di settaggio più specifici, sarà una scelta soggettiva il fatto di impiegarlo o meno e eventualmente in che misura.








- EMBOSSING
   
   Passiamo ora a quella che, più che una modifica alle ance, è un’alterazione apportata ai reedplate, nella fattispecie agli spigoli degli slot, ovvero i bordi interni dello spazio aperto sottostante l’ancia.
   Qualsiasi oggetto metallico di forma arrotondata servirà allo scopo ma l’attrezzo più comunemente usato per questo intervento è il classico diapason; facilmente reperibile nei negozi di strumenti musicali, la sua impugnatura termina con una piccola sfera che si presta perfettamente al nostro utilizzo o comunque ci fornisce un’idea abbastanza chiara delle dimensioni della curvatura necessaria. (Notoriamente l’acciaio armonico impiegato per i diapason è molto più duro dell’ottone dei reedplate e quindi particolarmente indicato per tale operazione.)







   Facendo scorrere ripetutamente e delicatamente il nostro diapason sull’ancia, dal rivetto alla sua estremità, apporteremo un leggerissimo schiacciamento degli spigoli dello slot con conseguente ripiegamento verso l’interno; la riduzione dello spazio circostante derivante da questa operazione (Foto 2), per quanto minima e quasi invisibile, ridurrà il passaggio e quindi il dispendio dell’aria, consentendo all’ancia di rispondere più prontamente a ogni emissione di fiato e di reagire più agevolmente alla forzatura del flusso impiegato per effettuare il bending.
   La pratica dell’embossing (letteralmente: "incisione, lavorazione in rilievo a sbalzo"), se effettuata in maniera corretta e graduale, si dimostrerà un accorgimento veramente prezioso e fondamentale per un buon settaggio e soprattutto ci consentirà di apprezzarne i risultati in maniera duratura.




   E’ consigliabile non eccedere con la pressione e i ripetuti passaggi ma non dovrà spaventare un eccessivo abbassamento dell’ancia e il suo conseguente rientro nello slot, inconveniente ovviabile nel corso del sopracitato regapping.
   Attenzione: un eccessivo restringimento dello slot può causare lo sfregamento o anche il bloccaggio dell’ancia. Procedete quindi con cautela e eventualmente tentate di rimediare all’errore infilando il vostro spessorino all’interno dello slot; facendolo scorrere tra i bordi e l’ancia riguadagnerete lo spazio necessario.
   (Rinnovo il mio suggerimento a usare come “cavie” le vecchie armoniche…)







- TIP SCOOPING


   Altro intervento, tipico del settaggio approfondito e prevalentemente finalizzato all'overbending, da apportarsi allo slot: una leggera incisione sugli angoli di quest'ultimo in prossimità della parte terminale dell'ancia.
   Pure questa modifica riguardante i reedplate, al pari dell'embossing, consentirà di agevolare il flusso dell'aria ma in condizioni di sollecitazioni dell'ancia particolarmente elevate.

   

   In questa immagine si notano chiaramente pure delle piccole guarnizioni in cera applicate sul rivetto: tale espediente consentirà una riduzione della scorretta oscillazione fuori asse dell'ancia, derivante dall'estrema forzatura dell'emissione d'aria e causa di un fastidioso ronzio, ma ancora una volta i benefici saranno accompagnati da effetti collaterali non sempre altrettanto positivi; in questo caso una riduzione delle vibrazioni dell'ancia comporta un conseguente leggero smorzamento del suono.






   No, chiaramente quanto sopra descritto non è certo tutto ciò che c’è da sapere sul settaggio delle ance e non basterà nemmeno applicare alla lettera gli interventi qui elencati per ottenere un risultato soddisfacente, quantomeno al primo tentativo; come in tutte le cose sarà questione di... "farsi la mano" ma, con la pratica, queste operazioni ci consentiranno di migliorare sensibilmente il suono della nostra armonica e, una volta acquisita una buona padronanza nella loro esecuzione, di settare realmente un qualsiasi strumento sulla base delle nostre esigenze e del nostro modo di suonare.
   Poi si sa, i trucchi del mestiere abbondano, ognuno ha i suoi segreti e i propri metodi, esistono diversi punti di vista e approcci differenti per realizzare una customizzazione completa ma soprattutto, ricordiamolo ancora una volta, non esiste la procedura assoluta per raggiungere il settaggio ottimale perché questo dipenderà solamente dal modo in cui verrà poi impiegato lo strumento e conseguentemente da chi.

Customizzare significa migliorare, ottimizzare, impreziosire, ma soprattutto (dizionario d’inglese alla mano) significa personalizzare!!