SELFCUSTOM

OVVERO L'ARTE DI ARRANGIARSI

   E' solo questione di possedere un po' di abilità manuale, voglia di provare, di sperimentare (a volte pure di sacrificare qualche vecchia armonica) e soprattutto di entrare nell'ordine di idee che, dalla cosiddetta armonica "out of the box" al capolavoro di customizzazione, esiste un'infinità di livelli in cui il nostro strumento può venire modificato ed elaborato per incrementarne le prestazioni.
   In queste pagine tratteremo appunto il tema dell'auto-customizzazione e vedremo come chiunque possa essere in grado di effettuare qualche piccolo intervento alla propria armonica e trarre beneficio dalle informazioni di seguito fornite. Inizialmente vedremo di approfondire il concetto di Selfcustom Harp e di focalizzare la nostra attenzione sulla necessità per gli armonicisti un po' più esigenti di cimentarsi in queste operazioni, per poi passare al "lato pratico" e all'aspetto tecnico del discorso.


1) DIATONICA: LIMITI E POTENZIALITA' (Uso e abuso della dieci-fori)


   Potenzialità, appunto: concetto fondamentale. I limiti dell’armonica, ahimè, li conosciamo tutti, ma forse essenzialmente sono in buona parte soltanto nostri e dei nostri preconcetti: limiti derivanti dall'inesperienza, dal numero troppo esiguo di ore dedicate allo studio, ma forse anche dalla scarsa conoscenza delle svariate tecniche di customizzazione e settaggio delle ance, impiegate per sviluppare le potenzialità dello strumento, quelle peculiarità che, elevate all'ennesima potenza, consentono ai funamboli dell'overbending di strabiliarci con un'armonica che - ricordiamolo - nasce tale e quale a quella che teniamo in tasca. Forse dunque dovremmo ridimensionare i limiti della dieci fori a semplici potenzialità inespresse a causa della mancata diffusione tra molti armonicisti degli accorgimenti per trasformare un "giocattolo musicale" (come viene tristemente considerato da molti e pure definito in alcuni dizionari) in uno strumento rispettabile a tutti gli effetti.  
   Ascoltiamo in continuazione mille stili diversi, le tecniche più svariate e i virtuosismi più estremi ma, comunque sia, la nostra armonica ci restituisce nel bene e nel male puntualmente tutto ciò che in essa riversiamo, né più né meno; soltanto a noi spetta porvi un limite che altro non potrà essere se non quello delle nostre aspettative, derivanti dalla conoscenza dello strumento stesso.
   La principale caratteristica dell'armonica può individuarsi nel fatto che essa, più di qualsiasi altro strumento, sicuramente si presta ai più svariati usi: dal puro e semplice divertimento, con poche ore di pratica, al professionismo, frutto di una vita di intenso studio; ma, nel continuo compromesso del do ut des, le nostre aspettative non dovranno in nessun modo prevaricare le caratteristiche fisiche e costruttive dello strumento stesso. Nessuno nasce musicista - musicista qualcuno semmai lo diventa e non senza fatica - e in alcuni casi anche la nostra diatonica forse non nasce lo strumento che vorremmo ma racchiude in sé tutte le potenzialità per diventarlo, anche se sempre compatibilmente con quanto vorremo investirci, e non solamente in termini economici.


2) CUSTOM V/S "OUT OF THE BOX" (Mi accontento o pretendo?)

   Siamo onesti: non potremo mai pretendere di trovare dentro la nostra scatolina una Fender Stratocaster ma dovremmo pretendere di estrarne lo stesso strumento con cui personaggi del calibro di Sonny Boy Williamson o Little Walter hanno letteralmente reinventato il concetto di armonica. Inutile disquisire su luoghi comuni, triti e ritriti, del tipo: "Anche le armoniche non sono più quelle di una volta"; certo, i materiali e i loro trattamenti nel corso dei decenni sono cambiati e così pure certe caratteristiche costruttive, ma noi oggi questo abbiamo e soprattutto non siamo loro! Inutile arrovellarci sull'evoluzione e il presunto decadimento della Marine Band moderna: suona per come è concepita e realizzata. Bene? Male? Dipende dall'uso che ne faremo e dal nostro modo di suonare; e con un pizzico di modestia rassegnamoci all'evidenza dei fatti: se i grandi del passato sono entrati nella storia e lo hanno fatto con gli unici strumenti che avevano per le mani, un motivo ci sarà! Giocattolo o strumento musicale: quello che fa la differenza è sempre l’armonicista.
   Obbiettivamente la cifra non è quella di uno strumento (per la gioia dei detrattori): è una cifra adeguata e più che ragionevole per consentirci l'acquisto di tutto il materiale che costituisce una buona armonica nella quale la qualità dell'assemblaggio e dei materiali stessi saranno direttamente proporzionali al costo. Marche e modelli attualmente in commercio ci offrono l’imbarazzo della scelta (e della spesa).
   Mi accontento? La qualità dello strumento soddisfa appieno le mie esigenze di armonicista? Ottimo, tanto meglio!
   Non mi accontento? Beh, allora sarà il caso di cominciare a pensare alle armoniche custom… ma forse anche a considerare l’idea di dedicare un po’ di tempo all’apprendimento delle prime basilari nozioni di customizzazione, per consentirci di intervenire sullo strumento con le nostre mani o, quanto meno, per renderci edotti sul cosa poter pretendere da un’armonica custom.
   Chiaramente non esiste un unico modo e un unico livello di customizzare una diatonica e, ancora una volta, l'obbiettivo sarà quello di soddisfare le nostre esigenze e le nostre aspettative (nostre e del nostro portafogli). Iniziamo dunque a operare un distinguo tra un'armonica customizzata e un'armonica ben settata, assemblata e rifinita con una maggior cura rispetto agli standard industriali e portata a un livello tale da esprimere al meglio le proprie (e le nostre) potenzialità.


3) C'E' CUSTOM E... "CUSTOM" (Pretendo ma mi arrangio come posso)


   Per una diatonica si possono spendere pochi spiccioli o cifre decisamente considerevoli ma avremo sempre il vantaggio di suonare lo strumento più economico esistente in commercio; vale dunque sicuramente la pena investirvi qualche soldo ma anche un po' del nostro tempo: tempo che, se rubato all'esercizio e alla pratica, non farà certo la differenza per le nostre abilità ma senza dubbio ci ripagherà in maniera assai gratificante.
   "Se uno sa suonare, suona con tutto!" Verissimo, ma è altrettanto vero che lo strumento di buon livello aiuta a esprimerci meglio, con minor fatica e con maggior proprietà di linguaggio, soprattutto proprio se sappiamo suonare.
   Le cosiddette armoniche customizzate possono raggiungere cifre da capogiro, soldi nella maggior parte dei casi sempre ben spesi, ma queste cifre per qualcuno possono giustamente risultare proibitive, soprattutto di fronte all'esigenza di doversi munire di un intero set di tonalità (requisito fondamentale per supportare un'attività concertistica), o quantomeno inadeguate per uno strumento destinato a un uso di livello amatoriale medio e soprattutto allo studio. Tutt'altro che trascurabile appare infatti la necessità di uno strumento affidabile pure nelle fasi di apprendimento.
   Rinuncio? Mi accontento? No, mi arrangio: come posso ma anche come voglio!
   Ponendo su un'ipotetica scala di valori l'armonica professionalmente customizzata chiaramente ai livelli più alti, il nostro strumento out of the box andrà spesso a posizionarsi a un livello direttamente proporzionale al suo valore commerciale e purtroppo il piazzamento di molte top seller risulterà assai deludente, ma vale la pena sottolineare come la cosa sia da attribuirsi in buona parte non alla qualità stessa dello strumento ma alla scarsa qualità del suo assemblaggio e della sua regolazione; teniamo infatti presente che le armoniche maggiormente impiegate nelle customizzazioni di alto livello sono proprio quelle che nel nostro negozio di strumenti musicali troveremo ai prezzi più abbordabili.
   Dal prezzo di listino a quello finale di una customizzazione completa il costo levita in maniera esponenziale, nonostante un impiego di materiali pure abbastanza modesto (comb a parte), e in questo abissale gap di spesa di manodopera sicuramente potremo collocare, anche se ai livelli più bassi, pure interventi alla nostra portata: interventi basilari, semplici e rapidi ma in grado di incrementare sensibilmente le potenzialità inespresse di qualsiasi armonica.
   Una diatonica out of the box suona sempre ma spesso lascia assai a desiderare (a volte è pure questione di fortuna nel "pescare quella buona") e in questi casi non guasta un po'... di bricolage.
   Dunque tutte le armoniche suonano ma ogni armonica può venire migliorata o comunque personalizzata e resa maggiormente affine al nostro modo di suonare.


4) SELFCUSTOM (Di necessità virtù)

   Premettiamo che l'approccio a una basilare customizzazione dovrà diversificarsi a seconda della tipologia dello strumento a cui questa verrà indirizzata e forse sarà anche opportuno abbandonare certi termini altisonanti e pretenziosi e parlare non tanto di customizzazione ma, più opportunamente, di settaggio e regolazione.
   La maggior parte dei malfunzionamenti di un'armonica deriva da un settaggio approssimativo, ovvero da una non accurata regolazione delle ance, quindi dovremo distinguere gli strumenti che ci consentiranno di intervenire su di esse con il semplice ausilio di un cacciavite (Hohner Special 20 e simili) e quelle che, essendo inchiodate (tipo Marine Band), richiederanno uno smontaggio più laborioso e soprattutto un riassemblaggio modificato.
   Chiaramente gli strumenti con reedplate fissati tramite l'ausilio di viti risultano molto più agevoli e pratici per effettuare qualsiasi tipologia di intervento e questo sarà il nostro primo punto di interesse: qualsiasi comb in legno può essere forato e conseguentemente avvitato o semplicemente sostituito con uno simile già predisposto a questa modalità di fissaggio che, oltre a fornirci in molti casi una migliore tenuta dell'aria, ci garantirà un’estrema semplicità delle operazioni di smontaggio e rimontaggio. La nostra armonica dovrà infatti essere sempre pronta ad "aprirci il suo cuore" per darci la possibilità di effettuare non solo un buon settaggio iniziale ma anche tutti quei piccoli interventi di regolazione dei quali, sarà bene mettercelo in testa, periodicamente necessita.
   Concentriamoci infine sugli elementi preposti alla produzione del suono, ovvero le ance. Le cover semplicemente lo amplificano e la loro forma ne modifica il volume e la proiezione, mentre i materiali impiegati per la costruzione del comb possono influire - più o meno, molto o per nulla, a seconda delle scuole di pensiero - sul timbro prodotto.
   La curvatura dell'ancia, la sua posizione e la sua distanza (gap) rispetto alla placca porta ance sono tutti fattori (ma non gli unici) che influenzano profondamente il suono: la prontezza dell'attacco, la pulizia del timbro e la sua brillantezza, tutti elementi derivanti da semplici ma fondamentali regolazioni che, se apportate correttamente e in maniera uniforme, ci consentiranno pure una maggiore facilità nell'applicazione della tecnica del bending.
   Un buon settaggio dunque, ovvero l'insieme di tutti gli accorgimenti finalizzati al funzionamento ottimale delle ance, non solo fornirà alla nostra armonica i requisiti essenziali per operare al massimo delle proprie potenzialità ma, se eseguito in prima persona, ci darà contemporaneamente l'opportunità di "dosare" ogni singolo intervento e puntare a una personalizzazione in grado di appagare in pieno le nostre esigenze.


5) CONCLUSIONI (... for pleasure)

   Forse potrà sembrare eccessivo attribuire agli interventi di regolazione e settaggio delle ance della nostra dieci fori lo stesso valore attribuibile alle regolazioni dell’action, della tensione del manico e dell’altezza del ponte di una chitarra, ma se chi spende molto più di noi per il proprio strumento non potrà mai pretendere di non metterci mai le mani, non appare poi così del tutto fuori luogo per un armonicista la necessità di saper mettere a punto e mantenere in perfetta efficienza il proprio attrezzo di lavoro. Forse nel corso di una vita spenderemo in armoniche diverse tanto quanto un chitarrista sborserà per la sua fedele compagna a sei corde e quindi ogni volta dovremo essere in grado di avere la nostra armonica, sempre lei e sempre la stessa, nonostante l'avvicendarsi di svariate e inevitabili sostituzioni; probabilmente a ogni acquisto ci imbatteremo in uno strumento differente ma dovremo puntare comunque ad avere pure noi la nostra fedele compagna: quella che suona sempre come vogliamo noi! E basta davvero poco.
   Certo, potremmo decidere di non complicarci la vita e continuare a suonare le nostre armoniche così come sono, out of the box come si suol dire, ma non lasciamoci rovinare il divertimento da un paio di ance storte, evitiamo di vivere con la rassegnazione che certe armoniche non potremo mai permettercele e solo certi fortunati potranno suonare in un certo modo grazie a certi strumenti.
   Perché l'armonica deve essere sempre al centro di critiche, dubbi e polemiche? Suona, non suona...  Il secondo foro aspirato non va, il primo soffiato si inceppa...
   Perché certe armoniche suonano peggio di altre uguali? Sfortuna?
   Perché quella vecchia suonava meglio di quella nuova? Colpa della concorrenza e dell’aumento dei costi di materiali e manodopera? Leggi di mercato?
   Ma, soprattutto, perché sul fondo della scatolina Hohner (oltre alla scritta “Hand made in Germany” alla quale non crede più nessuno) oggi appaiono solo numeri e codici a barre? Forse il problema sta tutto lì...
   E' proprio vero che le armoniche non sono più quelle di una volta: una volta sul cartoncino della “special box”, in cui veniva consigliato di riporre ben pulito lo strumento, si leggeva: "PLAY A HOHNER FOR PLEASURE!!"
   E il piacere di suonare, con un po' di pazienza e di applicazione, può e deve essere davvero per tutti a portata di... ancia!!

… FOR PLEASURE!!