
Un po' strana e, se vogliamo, forse anche un po' bruttina; sicuramente non certo rifinita come le armoniche che da lei sarebbero discese ma riconoscibilissima: ecco la cosiddetta Marine Band "Mouse ear" (orecchie di topo), nella sua primissima e meno nota versione denominata "Ragged Sleeves" (maniche strappate).
Non ne sono sopravvissute molte e furono commercializzate solo negli Stati Uniti, quindi trovarne una in condizioni eccellenti come l'esemplare illustrato in questa pagina, con tanto di scatolina e perfettamente funzionante, non è un'impresa facile.
In parole povere... il Sacro Graal dei collezionisti di armoniche vintage!


caratteristica che salta maggiormente all'occhio ed è pure la ragione del buffo soprannome attribuitogli, sono le alette laterali preposte all'alloggiamento dei chiodini di fissaggio delle cover: non un'unica placchetta rettangolare con due fori, come nei modelli immediatamente successivi e contemporanei, bensì due piccole alette tondeggianti affiancate. E chiaramente ci sta proprio tutta la similitudine con le due famigerate... "orecchie di topo"!




Ricordatevela questa data: è il compleanno della Marine Band!

Da notare come sui tre bordi sia presente la consueta colorazione nera, mentre l'imboccatura non risulti dipinta nel classico color giallo-ocra ma trattata con una finitura trasparente, presumibilmente gommalacca, che lascia intravedere le venature del legno.
Nel complesso le caratteristiche tecniche dell'armonica non si discostano molto dal ben più noto e diffuso modello successivo (descritto nella pagina "MB PRE-WAR II"), eccezion fatta per una lieve differenza nelle misure del corpo, leggermente superiori ai ben noti mm.100x25. Lo spessore del comb resta invariato (mm.6).
L'immancabile scatolina di cartone, nei classici colori bianco, rosso e blu, già allora era caratterizzata dalla storica immagine in bianco e nero della Banda del Corpo dei Marines Statunitensi, ma attenzione: non stampata, bensì incollata!
Eh si, in quell'epoca c'era pure il tempo di incollare le stampine una a una: dettaglio non trascurabile per comprendere la cura con cui questi strumenti venivano realizzati e assemblati.

Noi Europei in quei tempi suonavamo la nostra Echo Super Vamper, ignari che solo verso la fine degli anni sessanta sarebbe stata rimpiazzata dalla ben più blasonata (seppure identica in tutto e per tutto a eccezione della scritta sulla cover superiore) "cugina d'America".
Questa fu la triste circostanza in cui realizzammo che se i grandi armonicisti Blues Americani sbarcati nel Vecchio Continente suonavano in quel modo... non era merito dell'armonica!

Ritorniamo al presente e continuiamo a suonare la nostre armoniche di oggi; continuiamo a customizzarle, che tanto le vecchie Marine Band, le armoniche "che non si fanno più come una volta", non torneranno più; ma continuiamo anche a seguire la storia di questo piccolo grande strumento ormai secolare e tutta la sua evoluzione, e chissà dove lo vedremo arrivare.
Però, ogni volta che prenderemo in mano la nostra "N°1896", ricordiamoci che quello non è un semplice numero di serie, non è solo un modello, ma l'anno della sua progettazione; e pensiamo che sul finire del XIX secolo, oltre oceano, l'armonica con la "A" maiuscola entrò nella storia con delle orecchie da topo!!