MB PRE-WAR II



HOHNER MARINE BAND PRE-WAR

 
   Ovvero: quando le armoniche customizzate non erano ancora state inventate ma non c'era ancora bisogno di inventarle. Ebbene si, esisteva un tempo felice in cui nessuno aveva mai nemmeno lontanamente pensato di customizzare (??) un'armonica e forse nessuno avrebbe nemmeno pensato che un giorno sarebbe servito, non per farle progredire bensì per farle... regredire!
   Regredire a quel buio periodo in cui la Marine Band, secondo una "leggenda metropolitana", suonava come non avrebbe mai più suonato; regredire a quel periodo antecedente la seconda guerra mondiale (Pre-War o Pre-WWII appunto) in cui la nonna di tutte le armoniche diatoniche, destinata allora a un mercato esclusivamente statunitense, raggiunse un livello tale da essere tuttora rimpianta e ricercata, molto ricercata.



   Ai tempi in cui noi Europei ci chiedevamo perché la nostra Echo Super Vamper non suonasse come la Marine Band di Sonny Boy Williamson (senza sapere che era la stessa armonica ma con la grafica della cover superiore differente) ormai il declino dell'armonica più famosa della storia era vicino; quando finalmente anche noi abbiamo avuto il vero strumento da Bluesman, concesso in fine pure agli armonicisti del Vecchio Continente, la "Banda Marina" ahimè non era più quella che per 50 centesimi acquistavano nei general stores americani quei ragazzini di strada che avrebbero poi fatto la storia del Blues.


   E' sempre lei, e quella leggendaria scatolina di cartone ormai è sinonimo di armonica vintage per eccellenza, ma anche le scatoline in un secolo sono cambiate e con esse pure il loro contenuto... 
   Veniamo dunque alla nostra Marine Band Pre-War anni '30 e, adesso che finalmente posso descriverla tenendola tra le mani, nuova, mai suonata, senza un graffio e con la scatolina nemmeno sgualcita, vediamo cosa può aver creato l'alone di mistero che avvolge questo ambito pezzo da collezione.


   Consideriamo innanzitutto l'aspetto storico e teniamo ben presente che prima del secondo conflitto mondiale la Hohner possedeva già una tecnologia (tutta tedesca) molto avanzata e era un'azienda fiorentissima, in grado dunque di rifinire i propri strumenti con perizia quasi artigianale e di impiegare i migliori materiali a disposizione all'epoca, mentre nell'immediato dopoguerra tutto ciò diventò un lontano ricordo; la ripresa non fu facile e, purtroppo, mai definitiva: il costo della manodopera e delle materie prime divenne proibitivo e, quando le cose lentamente ritornarono alla normalità, non era certo più la normalità del 1930.


   Datare dunque una Hohner al periodo antecedente la seconda guerra mondiale significa collocarla nel periodo d'oro di questi strumenti e il metodo è semplicissimo: Matthias Hohner aveva sei figli e per questo motivo - almeno così si dice - decise di inserire nel suo logo una stella a sei punte, all'interno di quel cerchietto sorretto da due mani posto al centro della cover posteriore (ora vuoto); ma, quando nel 1940 l'atmosfera in Germania iniziò a diventare "pesante", sembra che Adolf Hitler in persona abbia consigliato al povero Matthias - nonostante non fosse ebreo - di rimuovere quel simbolo. Il resto è storia.
   La stellina a sei punte non tornò più e nemmeno la qualità di quelle vecchie Marine Band.


- Il legno inizialmente era il pesco, al posto dello storico e ancora attuale pero; stagionatissimo, secondo la tradizione dei capaci costruttori di strumenti tedeschi, non presentava i problemi di quello moderno derivanti dall'assorbimento della saliva e, con altri ottant'anni di stagionatura aggiunta, è paragonabile per durezza ad alcuni legni impiegati nei comb custom.
   Come da tradizione era semplicemente dipinto di nero su tre lati e lucidato con gommalacca. Sul lato dell'imboccatura il legno veniva lasciato a vista e la vernice color ocra è una variante risalente a tempi più moderni.
   Gli immancabili spigoli vivi naturalmente erano già presenti ma nell'epoca pre-custom non sembravano dare troppo fastidio...



- L'ottone poi era decisamente tutta un'altra cosa.
   Nel corso degli anni le percentuali della lega (rame/zinco) sono cambiate sostanzialmente, come presumibilmente pure la lavorazione delle lastre, e la qualità di quell'ottone rappresenta forse il pregio principale delle armoniche di quel periodo: una lega molto resistente che consentiva di ottenere ance più fine e quindi più morbide ma nel contempo più durature; una lega piuttosto pregiata, dal costo proibitivo nel periodo post-bellico e mai più riutilizzata negli anni successivi.
   E qui non ci sono gapping o arching che tengano...






- Le ance, dopo l'iniziale inserimento meccanico, venivano "gappate" a mano singolarmente, una per una, e le caratteristiche del loro metallo molto più stabile - unitamente alla certosina lavorazione - consentivano di alloggiarle in uno slot più stretto con una conseguente miglior tenuta dell'aria e una maggiore reattività (altro che embossing...).
   Inutile dire che il tutto era rigorosamente assemblato con i famigerati chiodini, che in questo caso tornano utili pure per la datazione dello strumento: tre per parte sui reedplate fino alla metà degli anni trenta (quella in mio possesso), tre da una parte e quattro dall'altra nella produzione successiva.



- Le cover forse rappresentano la differenza più appariscente: stellina a parte, la scritta di quella superiore risulta sensibilmente più grossa e di dimensioni maggiori rispetto ai modelli successivi e pure il testone di Hohner è di dimensioni ragguardevoli, più dettagliato e circondato da una ghirlanda decisamente più rigogliosa, ma la vera sorpresa arriva nella parte del fondo: le piegature sui bordi sono completamente richiuse su se stesse. Ebbene si: la Marine Band nasce così! Solo successivamente, presumibilmente per motivi pratici come una maggiore resistenza allo schiacciamento e un maggior impedimento all'ingresso di corpi estranei e sporcizia, i margini ripiegati arrivarono alla posizione attuale (passando nel periodo post-bellico per un'angolazione intermedia).
   Quindi per i moderni customizzatori... nulla di nuovo sotto il sole!!


   L'armonica è uno strumento decisamente semplice e essenziale, quindi l'attenzione ai piccoli dettagli e la qualità dei materiali impiegati nella sua costruzione significano tutto e fanno la differenza: la differenza tra una bella armonica ed una grande armonica, e la differenza tra una grande armonica e un'armonica... custom!!

   Vi suggerisce nulla la descrizione di questo strumento?
- Comb durissimo, al pari di certi blasonati "legni esotici" impiegati nelle armoniche custom.
- Slot di dimensioni ridotte e molto più vicino all'ancia: effetto embossing.
- Ance regolate con precisione estrema e molto chiuse: effetto regapping.
- Cover aperte sul fondo, secondo la "moderna tendenza" della customizzazione.
   Aggiungiamoci il caro buon vecchio ottone tedesco ormai introvabile e mai sufficientemente rimpianto... Serve altro? Direi di no! 

   Ottant'anni e non sentirli: un'armonica custom ante litteram a tutti gli effetti, con le ance affilate pronte a combattere le nostre ultramoderne supercustom!!




   Naturalmente tutte queste parole sono solo un vano tentativo di descrivere l'incredibile sensazione di suonare una Marine Band degli anni '30: uno strumento che forse viaggiò via mare nella stessa cassa in cui si trovava una sorellina finita tra le mani di Sonny Boy Williamson, un'armonica che in tutto questo tempo non aveva mai emesso una nota, tornata in Europa come a bordo di una macchina del tempo nelle mie mani e in queste pagine.
   Sensazione impagabile che spero di essere riuscito a trasmettere, facendo capire cosa intendevo quando ho scritto: "quando le armoniche customizzate non erano ancora state inventate ma non c'era ancora bisogno di inventarle".
                                                                                    
                                                                                       
                                                                                                         
                                                                                                     
                                                                                          
                                                                                                                                            (Eh si, erano proprio aperte!!)